Alla fine degli anni Settanta, Manlio Collavini decise di dedicare 4,5 ettari di terra ad un’antica varietà autoctona interpretandola come base spumante: la ribolla gialla. Come affermava il professor Attilio Scienza, la ribolla gialla “è la varietà più orientale presente in Friuli Venezia Giulia ed è stata introdotta dalle legioni romane che, dalla Pannonia, andavano in Gallia transitando per il Friuli.”
Il risultato raggiunto è una ribolla gialla brut ottenuta grazie ad una nuova interpretazione dei metodi tradizionali di spumantizzazione.
Il Metodo Collavini è nato infatti dall’idea di portare al Martinotti-Charmat tempi e tecniche riservate al Metodo Classico, unendo i vantaggi di entrambi.
Negli anni successivi, ancora 11 ettari di ribolla gialla vennero coltivati sulle colline di Rosazzo, zona eletta per questa varietà, grazie ai suoi terreni marnosi ed alla leggera brezza che la pervade nell’esposizione a nord-ovest. È l’insieme di tali fattori che oggi ci permette di trovare nella ribolla gialla brut uno spumante di assoluto equilibrio e qualità.